Qual è l’8000 più facile da scalare?

Le montagne più alte del mondo sopra gli 8000 metri si trovano tutte in Asia. Si sono formate durante l’ultima epoca glaciale, quando i ghiacciai si sono ritirati. 

Scalare queste montagne non è semplice per via dell’aria rarefatta, delle temperature rigide e del clima mutevole che può causare valanghe e rotolamento di massi.

Bisogna quindi rinunciare?

Ma no, molti ci hanno già provato e sono arrivati fino in vetta.

L’importante è partire con il piede giusto, rispondendo a questa domanda: qual è l’8000 più facile da scalare? 

Come si sono formate le montagne

Le grandi cordigliere asiatiche si sono formate dall’intenso movimento della crosta terrestre, mentre le montagne più alte, come l’Everest, sono il risultato dell’impatto tra le placche indiana e asiatica. 

Questo scontro ha creato la catena dell’Himalaya, che è ora la più alta del mondo. Scalare queste vette è una vera impresa fisica e mentale, tuttavia alcune hanno una pendenza più dolce rispetto ad altre, il che le rende un po’ meno impegnative.

Ad esempio, il Monte Everest ha una pendenza media del 5%, mentre, se pensiamo alle Alpi, la cui vetta più alta è il Monte Bianco a 4.807 metri, la pendenza in generale è intorno al 30% e la più difficile da scalare è probabilmente il Monte Cervino, con una pendenza media del 45%.

La storia degli 8000 m

Nel mondo ci sono quattordici vette che superano gli ottomila metri

Il primo scalatore ad affrontarne una è stato Edward Fitzgerald, che nel 1920 ha raggiunto la coma del Cho Oyu in Nepal. 

La cima della montagna più alta del mondo, l’Everest, è stata raggiunta per la prima volta da Edmund Hillary e Tenzing Norgay nel 1953. 

Tuttavia non tutti i tentavi hanno avuto successo. Ad esempio, diverse spedizioni italiane agli inizi del Novecento hanno di aprire una via per raggiungere la vetta del K2, la seconda montagna più alta del mondo (8 609 metri). 

Nel 1902 il Duca degli Abruzzi arrivò fino a 6.250 metri e sette anni più tardi la spedizione, guidata da Luigi Amedeo di Savoia raggiunse i 7.500 metri. Ma fu solo nel 1954 che Compagnoni e Lacedelli, membri della spedizione guidata da Ardito Desio, raggiunsero la vetta.

Cosa spinge a scalare queste montagne?

Oggi ciò che porta ad affrontare queste imprese è soprattutto il desiderio di mettere alla prova le proprie abilità, sfidare i loro limiti fisici e sperimentare l’emozione della conquista. 

Tuttavia in passato gli scalatori sono stati spinti anche da motivazioni più pratiche. Ad esempio, diversi alpinisti hanno fatto ricerche scientifiche per scoprire di più sulla geografia, la meteorologia e la geologia delle montagne.

Altri hanno spinto i limiti della tecnologia alpinistica con l’obiettivo di rendere più sicure le scalate.

I. Quali sono le 14 cime più alte di 8000 metri

Vuoi sapere quali sono le vette più ambite dagli scalatori di tutto il mondo?

Vediamole insieme.

1. Everest

Everest
Everest

Situato tra la Cina e il Nepal, svetta a 8.848 metri ed è la montagna più alta del mondo.

Deve il suo nome al geografo britannico Sir George Everest che, nella prima metà dell’Ottocento, ne riconobbe il primato mondiale di altitudine.

Il primo tentativo di raggiungere la vetta è stato effettuato nel 1921 da una spedizione britannica, che però non ebbe successo. Ci riuscì invece nel 1953 un’altra spedizione britannica guidata da Edmund Hillary e Tenzing Norgay.

Da allora, migliaia di alpinisti hanno affrontato la scalata, ma si stima che solo il 40% degli alpinisti riesca ad arrivare fino alla cima.

Del resto, lungo l’ascesa bisogna affrontare molti rischi, tra cui la mancanza di ossigeno, le basse temperature, le valanghe, i fulmini e i forti venti.


2. K2

K2
K2

Con un’altitudine di 8.611 metri, il K2 è la seconda montagna più alta del mondo. Si trova nella catena montuosa del Karakoram, lungo il confine tra il Pakistan e la Cina.

È stata scoperta nel 1856 da Thomas Montgomerie, un ingegnere militare britannico, che l’ha chiamata così in riferimento al nome della catena montuosa che inizia proprio con la K.

La prima spedizione a raggiungere la vetta è stata quella guidata da Achille Compagnoni e Lino Lacedelli nel 1954. La spedizione è stata un successo, ma anche una tragedia, poiché uno dei membri della squadra, Mario Puchoz, è morto durante la discesa.

Da allora, diverse spedizioni hanno tentato di scalare il K2, con vari gradi di successo. L’ascesa al K2 è estremamente difficile, poiché non esiste una via diretta verso la cima e le condizioni climatiche cambiano rapidamente. Per di più, la vetta è costantemente avvolta da nuvole, rendendo difficile l’orientamento.
A oggi, circa 300 persone hanno raggiunto la vetta del K2, con un tasso di mortalità di circa una persona su quattro. Il tasso di mortalità è più alto rispetto all’Everest, che ha una mortalità di circa una persona su dieci, il che rende il K2 una delle montagne più pericolose al mondo.


3. Kangchenjunga

Kangchenjunga
Kangchenjunga

S trova tra il Nepal e l’India e, con la sua vetta di 8.586 metri, rappresenta la terza montagna più alta del mondo.

È stata scoperta nel 1849 dal britannico John Haig. La prima spedizione che ha cercato di scalare la montagna si è svolta nel 1887, ma è stata bloccata a causa di una forte bufera di neve.

Nel 1955, una spedizione britannica guidata da Charles Evans ha completato la prima scalata raggiungendo il punto più alto della montagna. Tuttavia ha evitato di raggiungere la vetta vera e propria (mancavano pochi metri) per rispetto delle credenze indigene, che consideravano la cima sacra.

Da allora, il Kangchenjunga è stato scalato più volte e le sfide che presenta sono ancora di notevole entità. La montagna è circondata da alte pareti di ghiaccio e roccia, a cui si aggiungono numerosi crepacci profondi. 


4. Lhotse

Lhotse
Lhotse

Il Lhotse è la quarta montagna più alta del mondo con un’altezza di 8.516 metri. Si trova al confine tra Nepal e Tibet. È una delle quattro cime che formano l’Everest Massif, insieme a Everest, Nuptse e Changtse.

È stata scoperta nel 1852 ed è stata chiamata così per riecheggiare quello di una montagna vicina, Lho Tse.

La prima ascensione al Lhotse è avvenuta nel 1956, ad opera di una spedizione svizzera guidata da Ernst Reiss e Fritz Luchsinger, che ha raggiunto la vetta in due giorni, il 18 maggio e il 19 maggio. 

Nel 2010, alcuni alpinisti hanno completato la prima ascensione invernale. Si tratta di un’impresa molto difficile, per via delle avverse le condizioni atmosferiche durante la stagione più fredda.

È senza dubbio una delle montagne più difficili da scalare, ma la vista dalla vetta è senza dubbio una delle più belle a cui un alpinista possa aspirare.

5. Makalu


Makalu
Makalu

Questa montagna raggiunge gli 8.463 m ed è situata nella catena montuosa dell’Himalaya, al confine tra Cina e Nepal. 

È stata scoperta nel 1848, quando il colonnello Thomas Montgomerie della Royal Geographical Society ha effettuato una spedizione esplorativa nella regione. 

Nel 1955, una spedizione francese è stata la prima a raggiungere la vetta, seguita da una spedizione americana nel 1960.

Oltre ad essere in una posizione remota, la montagna presenta numerosi percorsi impegnativi e per arrivare in cima è necessario scalarla.


6. Cho Oyu

Cho Oyu
Cho Oyu

Il Cho Oyu è una montagna della catena dell’Himalaya che si trova nel Tibet, a 8.188 metri sul livello del mare. È il sesto picco più alto del mondo.
La sua scalata è stata tentata per la prima volta nel 1952 da un team tedesco, che però non è arrivato in vetta. ICi è invece riuscita nel 1954 una spedizione austriaca guidata da Herbert Tichy. 

Fra le difficoltà che è necessario affrontare durante l’ascesa vi sono i forti venti che soffiano alle quote più alte. 

Inoltre, la vetta è circondata da alcune cime che la rendono ancora più difficile raggiungere. 


7. Dhaulagiri

Dhaulagiri
Dhaulagiri

Eccoci alla settima montagna più alta del mondo (8167 metri), posizionata nella catena dell’Himalaya occidentale, nel nord dell’India e del Nepal. In nepalese il suo nome significa “montagna bianca”.

È stata scalata per la prima volta nel 1960 da una squadra dell’esercito tedesco-austriaco, dopo un primo tentativo effettuato nel 1954 che era stato interrotto a causa di condizioni meteorologiche avverse. 

La montagna è esposta ai venti forti e alle basse temperature, che possono rendere molto difficile la salita. Inoltre, le condizioni meteorologiche possono cambiare rapidamente.


8. Manaslu

Manaslu
Manaslu

Situata in Nepal, nella catena dell’Himalaya. è l’ottava montagna che svetta più in alto in tutto il mondo (raggiunge gli 8.163 metri). 

La prima ascensione è avvenuta nel 1956, quando una squadra giapponese guidata da Toshio Imanishi ha raggiunto la vetta. 

L’altezza relativamente modesta e la vicinanza alle città di Gorkha e Kathmandu ne fanno  una destinazione popolare per i turisti e gli alpinisti.

Tuttavia, la scalata non è semplice. La maggior parte dei sentieri è coperta di neve e poiché le pareti rocciose sono ripide, è necessario praticare le tecniche di arrampicata su ghiaccio e di scale di corda.


9. Nanga Parbat

Nanga Parbat
Nanga Parbat

È stata chiamata “Killer Mountain” a causa del suo tasso di mortalità tra gli alpinisti. Situata a nord del Nepal, nella catena dell’Himalaya, ha un’altezza di 8.126 metri. La sua popolarità è in gran parte dovuta al suo alto tasso di sfide tecniche.

La prima spedizione al Nanga Parbat è stata condotta in solitaria dall’alpinista tedesco Hermann Buhl nel 1953, che ha raggiunto la vetta senza ossigeno

Reinhold Messner e Peter Habeler hanno ripetuto la stessa impresa nel 1970. E nel 1982, Jerzy Kukuczka e Voytek Kurtyka hanno raggiunto la vetta percorrendo una via inesplorata e molto più complessa. 


10. Annapurna

Annapurna
Annapurna

Il suo nome in sanscrito significa “colui che fornisce cibo”, ed è uno dei picchi più sacri e venerati dell’intera catena montuosa dell’Himalaya. Ha un’altitudine di 8091 metri e si trova nella regione occidentale del Nepal. 

La prima salita all’Annapurna è stata effettuata da una spedizione francese guidata da Maurice Herzog nel 1950. La spedizione ha affrontato alcune delle più difficili sfide fisiche e mentali, tra cui temperature estreme, terreno sconnesso e una mancanza di informazioni sull’altopiano.

Durante la salita, Herzog e la sua squadra hanno dovuto affrontare molteplici avversità come la scarsità di cibo e le condizioni meteorologiche estreme, oltre a doversi difendersi  da lupi, orsi, leopardi delle nevi e linci.

Le salite dell’Annapurna sono estremamente difficili e pericolose, ma offrono anche una vista spettacolare sull’Himalaya.


11. Gasherbrum I

Gasherbrum I
Gasherbrum I

Noto come Hidden Peak, è una delle più alte montagne della catena dei Karakorum e si trova nell’area tra il Baltistan e l’Uiguristan cinese.

Con un’altitudine di 8.080 metri, è la undicesima montagna più alta del mondo. La prima ascensione è avvenuta nel 1958  ad opera di una spedizione americana-pakistana, guidata da Nicholas B. Clinch.

Oltre alla necessità di adattarsi all’alta quota, è necessario affrontare una serie di pericoli, come una complessa navigazione e una logistica difficile. È richiesto anche un notevole allenamento fisico, perché è necessario portare gli equipaggiamenti per tutta la durata dell’ascesa. 


12. Broad Peak

Broad Peak
Broad Peak

Il Broad Peak è una montagna di 8.047 metri situata nella catena del Karakoram, ai confini tra il Pakistan e la Cina. È stata scoperta nel 1856 da Thomas George Montgomerie, un capitano dell’esercito britannico, che la chiamò così perché la sua cima si estende in un’ampia area.

La prima spedizione, avvenuta nel 1957, è stata condotta  da un gruppo di alpinisti tedeschi, che però non è riuscita a raggiungere la cima. L’impresa è stata completata nel 1984 da una spedizione polacca. 

La scalata si estende su una lunga tratta di roccia e ghiaccio. Sono inoltre presenti tratti altamente tecnici, come il Colle di Kinshofer.

È anche una delle vette più affascinanti del Karakoram, che offre una notevole varietà di paesaggi, dalle cime innevate al deserto alpino


13. Gasherbrum II

Gasherbrum II
Gasherbrum II

Si tratta di una montagna del gruppo del Karakoram, situata nella regione del Baltistan, in Pakistan. Si staglia a un’altezza di 8.035 metri ed è anche conosciuta come come “il Re della Karakoram” in riferimento alla sua bellezza.
È stato scalato per la prima volta nel 1934 da una spedizione guidata dall’alpinista tedesco Paul Bauer.

Il primo tentativo di raggiungere la cima senza ossigeno supplementare risale al 1975, ad opera di una spedizione guidata da Reinhold Messner. L’impresa è stata ripetuta nel 1986 da Krzysztof Wielicki e Jerzy Kukuczka, e nel 1995 da una squadra di alpinisti polacchi.


14. Shishapangma

Shishapangma
Shishapangma

Il Shishapangma è alto 8.027 metri, ed è situato nella regione autonoma tibetana della Cina. Si trova nel gruppo delle montagne dell’Himalaya, a circa 30 km a sud del monte Everest.

La prima spedizione occidentale a raggiungere la cima è stata quella degli alpinisti britannici Doug Scott e Chris Bonington, nel 1974, a cui ha fatto seguito nel 1981 l’impresa in solitaria del tibetano Gyalu Sherpa.

Anche se la sua cima non è così impegnativa come quelle delle altre vette dell’Himalaya, la montagna presenta comunque alcune sfide, come la difficoltà di arrivare al campo base e la necessità di attraversare alcune sezioni di ghiaccio e neve. 

Inoltre, la maggior parte delle spedizioni richiedono l’uso di ossigeno supplementare per l’ultimo tratto della scalata.


II. La vetta più facile: Cho Oyu

montagna Cho Oyu

Tra le vette che superano gli 8000 metri, quella del Cho Oyu è considerata la più facile. 

È infatti una delle montagne più ricche di vie di accesso, il che significa che gli scalatori possono raggiungere la vetta lungo una via normale che semplifica l’ascesa.

Tuttavia, può presentare alcune sfide e rischi, come condizioni meteo estreme, cattive condizioni del percorso, rischi di valanghe e l’altitudine che è comunque elevata (8.188 metri). 


Il Cho Oyu dovrebbe essere la prima vetta degli 8000 da scalare?

No, non è necessariamente la prima vetta degli 8000 da scalare. Il Cho Oyu è la sesta montagna più alta al mondo, quindi è comunemente considerata una delle vette più semplici da conquistare tra le otto vette principali. 

Ci sono molti fattori da considerare quando si sceglie una vetta da scalare, come l’abilità personale, l’allenamento, il tempo, il budget e le condizioni meteorologiche.

Il Cho Oyu può diventare più difficile? E perché?

Scalare il Cho Oyu può diventare difficile a causa delle condizioni meteorologiche imprevedibili, dei rischi di valanghe, della mancanza di ossigeno a quote più alte e della presenza di crepacci.

Soprattutto nei mesi più freddi dell’anno, da novembre a marzo, le temperature più basse possono rendere l’arrampicata estremamente complicata, poiché la neve e il ghiaccio possono renderla scivolosa e pericolosa. 


Come prepararsi a una scalata degli 8000 metri?

Una scalata impegnativa come quella degli 8000 metri richiede un’accurata preparazione e una completa organizzazione.

  • Allenamento di resistenza

La resistenza è fondamentale in alta montagna, quindi programmi di allenamento regolari sono essenziali. 

Ciò include esercizi aerobici come la corsa o il nuoto, oltre ad esercizi di forza.

  • Equipaggiamento

È necessario avere le attrezzature giuste, come scarpe da montagna, un sacco a pelo adatto per le basse temperature, abbigliamento tecnico e un’equipaggiamento di sicurezza.

  • Tecnica

È importante essere in grado di padroneggiare le tecniche di scalata adeguate, come arrampicata, neve, ghiaccio e roccia. 

  • Team

Una squadra di alpinisti ben preparati e con esperienza può aiutare a prendere decisioni corrette durante la scalata.

  • Percorso di scalata

Oltre a decidere un percorso, bisogna pianificare le tappe e calcolare quanto tempo ci vorrà per raggiungere la cima.

  • Sicurezza

Assicurarsi di seguire le procedure di sicurezza consigliate dalle guide alpine e dall’organizzazione di scalata.

  • Budget

Il budget per organizzare una scalata degli 8000 dipende dalla destinazione scelta, dal numero di persone coinvolte e dall’itinerario che si intende seguire. 

Si devono prevedere spese per vitto, alloggio, trasporti, attrezzature, guide, assicurazioni, per una spesa compresa tra i 10.000 e i 30.000 euro.

A questi si possono aggiungere ulteriori costi per visti e permessi, per un supplemento di circa 2.000 euro.

Conclusioni

Tra le quattordici vette che superano gli 8000 metri, quella del Cho Oyu è considerata dagli esperti la più semplice da scalare. Le numerose vie di accesso e i pendi meno scoscesi ne fanno una meta ambita di molti scalatori.

Tuttavia i pericoli sono sempre in agguato per via delle imprevedibili e mutevoli condizioni meteo, il rischio di valanghe e la presenza di molteplici crepacci.

Un viaggio appassionante tra le cime leggendario tra le cime più ambite di tutto il mondo, con cenni alle spedizioni che hanno fatto storia.